Da secoli simbolo del relax e del riposo, superando la comodità del letto e della poltrona, oggi il divano è diventato il complemento d’arredo protagonista della nostra quarantena, l’immagine identificativa della restrizione e della clausura imposta dalla pandemia a quasi tutto il mondo.
La casa diventa l'unico polo attrattivo nelle vite di tutti e stare bene nei propri spazi abitativi risulta fondamentale. Così molti italiani hanno trascorso le giornate sul divano, quest’ultime ormai per molti prive di impegni lavorativi, impiegate con la lettura di un libro, uno spuntino, la visione di un film o una serie Netflix; ma sul divano anche per lavorare o, per i più piccoli, svolgere i compiti, dato che molti in casa non hanno uno spazio attrezzato ad uso ufficio o una semplice scrivania. Infine, ebbene si, il divano si è prestato in questi giorni anche ad essere di supporto agli esercizi fisici ed agli allenamenti in casa, diventando ora più che mai elemento principale nella vita domestica.
Non a caso, negli ultimi decenni il divano è stato uno degli elementi d’arredo che più ha risentito dell’evoluzione tecnologica e delle trasformazioni sociali: dapprima emblema del salotto borghese dove accogliere e ricevere gli ospiti, luogo di sola conversazione. Poi con l’avvento della televisione, il divano ha assunto nuove forme volte alla comodità, ponendosi in posizione centrata e ben distanziato, per una buona visione; bisogna risalire agli anni ’80 per trovare i primi divani che esulano dalla tipologia tradizionale, allungandosi ed allargandosi nelle forme. L’evoluzione sociale del paese ha così cambiato il modello tradizionale di accoglienza, lasciando spazio ad un luogo in cui trascorrere il tempo. Nasce il modello a “penisola” ideato per la prima volta da Antonio Citterio nel 1986, con il divano Sity, molto apprezzato all’epoca per il suo sistema modulare tanto da valergli, nel 1987, il Compasso d’Oro. Ancora oggi Sity rappresenta un coraggioso passo avanti verso la ricerca di un sistema per sedersi, composto di strutture flessibili e separabili, in grado di riorganizzare l’odierno complesso scenario di vita. Più avanti nel tempo, negli anni 2000 il designer Francesco Binfarè progetta e realizza un’icona della produzione Edra: Flap, una tipologia inedita di divano, che con soli 14cm di spessore di piano imbottito, si compone di nove sinuosi elementi inclinabili, che a seconda delle necessità possono assumere diverse funzioni, quale schienale, bracciolo, poggiatesta, seduta, poggiapiedi o poggiagambe. In questo caso si parla di dinamicità anatomica che evolve per assecondare i desideri dell’abitante.
Avvicinandoci ai nostri anni, con l’avvento dei social, la tv ha pian piano perso la sua centralità ed attrattività principale all’interno delle mura domestiche, ma il divano ha comunque continuato a disegnarne l’ambiente principale.
Ad oggi il lockdown ha sicuramente accelerato un fenomeno che era in lento rinnovamento da tempo: la trasformazione di un mobile in una sorta di stanza, un micromondo, un ambiente in cui si può fare di tutto, una mini-architettura complessa. Sedute sempre più larghe e profonde, pronte ad accogliere diverse attività in diversi momenti della giornata, soluzioni componibili e modulari per adattare il divano ai suoi diversi utilizzi. Sono cambiati anche i materiali, con l’uso di tessuti sempre più morbidi e comodi, ma allo stesso tempo resistenti e facili da pulire.
Secondo questa evoluzione, il divano oggi si accompagna ad accessori integrati, come tavolini o consolle, piani d’appoggio e contenitori, i braccioli diventano piccole librerie, e si fornisce di tutti quegli accessori utili ad un suo utilizzo maggior “multitasking” possibile. Forse chissà, in futuro i divani potranno assumere le sembianze di una sorta di casa nella casa, una tana in cui rifugiarci, in cui sentirsi al sicuro... e di questi tempi abbiamo davvero capito quanto sia importante sentirci protetti, quando il mondo fuori diventa pericoloso.
architetto Nina Russo