I creativi ed i brand più conosciuti del Made in Italy hanno rivisitato in chiave “smart” strumenti con funzioni diverse, trasformandoli in dispositivi immediatamente utilizzabili in ambito sanitario.
Le maschere da sub sono diventate dei respiratori, i divani ed i piumini da letto sono stati riconvertiti in mascherine, i capi di moda sono stati “reinterpretati” come camici per il personale sanitario. Brand automobilistici nazionali hanno riaperto le loro fabbriche per realizzare componenti per attrezzature mediche, e perfino i robot hanno debuttano in corsia per aiutare nella battaglia al Coronavirus.
La manifattura italiana si mette al servizio dell’emergenza Covid-19 riaprendo le fabbriche, modificando temporaneamente la propria mission, realizzando idee alleate contro il Coronavirus. Tutte queste iniziative risultano efficaci perché rispondono bene alle necessità impellenti ed urgenti di questi mesi, ma diventa sempre più evidente il fatto che si necessiti di una programmazione a medio-lungo termine. D’altra parte, competitors come Scandinavia e Germania continuano ad operare regolarmente in queste settimane e questo potrebbe porre l’industria italiana in una situazione di svantaggio, almeno nella fase iniziale della ripartenza.
Inoltre, il perdurare della situazione di emergenza, che sta toccando quasi tutti i paesi del mondo, ha portato al rinvio al 2021 di uno degli eventi cardine del design in Italia e nel mondo: il Salone del Mobile Milano.
A tal proposito, alcuni firme del design italiano ritengono che il mercato non possa digerire troppe novità in un momento come questo, senza una vetrina come quella del Salone del Mobile. Si avrà probabilmente un ritorno al tempo del “less is more”, gli acquisti saranno più mirati e dovremo iniziare a padroneggiare strumenti digitali, lavorando sulle immagini web, tramite configuratori di prodotto, e utilizzando la realtà aumentata e la realtà virtuale per la presentazione di spazi e nuovi prodotti.
architetto Sofia Venezia